Livio Felluga
Livio Felluga è un cult nell’industria vinicola italiana. Anche se le due generazioni successive hanno già da tempo gestito con successo l’azienda, Livio Felluga rimarrà probabilmente un modello per molte altre generazioni. Dopo tutto, è stato la forza motrice e l’innovatore dell’intera regione vinicola del Friuli per decenni.
Quando nel 1956 si stabilì qui nel Collio, a Brazzano vicino a Cormons, aveva alle spalle due guerre mondiali con tanto di prigionia, la casa della sua infanzia in Istria era affondata nel mare, il commercio del vino dei suoi antenati non esisteva più e la regione meridionale della Monarchia austro-ungarica, un tempo orgogliosa, era innaturalmente divisa dai trattati di pace, si trovava quindi in parte nel “blocco orientale” ed era in gran parte abbandonata dalla popolazione.
Ma Livio Felluga vide un futuro nelle colline di Rosazzo, fondò una piccola azienda vinicola, costruì una cantina avanzata con potenziale di crescita, ricoltivò vigneti abbandonati e ne piantò di nuovi – e nel corso dei decenni costruì una delle aziende vinicole di maggior successo e di fama internazionale in Italia. Non c’è praticamente premio che i suoi vini non abbiano ricevuto, e lui stesso è stato onorato con lauree honoris causa, diventando Dottore h.c. dell’Università di Udine e “Patriarca della viticoltura friulana”. È morto nel 2016 all’età di 102 anni.
L’etichetta da lui stesso disegnata, che mostra i vigneti della tenuta, sopravvive, così come la sua filosofia della qualità. Si concentra ancora su un mix di vitigni diversi che Livio Felluga trovava “adatti alla terra”, sia autoctoni come il Friulano (Tokai), il Picolit, la Ribolla Gialla o il Refosco dal Peduncolo Rosso, sia “internazionali”. Perché ha riconosciuto subito che Sauvignon Blanc, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Chardonnay erano già di casa qui prima della seconda guerra mondiale, così come Merlot e Cabernet Franc.
L’attenzione è rivolta a vini bianchi eleganti come il “Terre Alte” da Friulano, Pinot Bianco e Sauvignon o “Illivio” da una selezione delle migliori uve Pinot Bianco, così come Chardonnay e Picolit. Da qualche anno è stato inserito nella gamma anche il “Vino delle Rose” proveniente dai vigneti dello storico Monastero dell’Abbazia di Rosazzo, affittato dalla famiglia Felluga, dove vengono coltivati vecchi vitigni di Friulano, Pinot Bianco, Sauvignon Blanc, Malvasia e Ribolla Gialla, utilizzati solo per questo vino di alta qualità. Con il “Sossó” di Merlot, Refosco e Pignolo, però, Livio Felluga ha saputo sorprendere positivamente molti amanti del Bordeaux o del Brunello nei primi anni ’90.